Il museo illustra la storia dei siti antichi del territorio urbano ed extraurbano di Caltanissetta e di altri centri del territorio della provincia, dalla preistoria all'età tardo antica.
Info Prenotazione
Il museo è ubicato ad angolo fra la via Napoleone Colajanni e la via Cavour, l'asse viario che dalla Stazione Ferroviaria conduce al centro città.
Orario d'apertura: tutti i giorni dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00. La biglietteria sospende il servizio mezz'ora prima della chiusura del sito.
I biglietti prenotati devono essere ritirati esibendo il voucher di conferma presso la biglietteria.
Politica di cancellazione: le cancellazioni devono essere fatte almeno un giorno lavorativo prima della visita per poter ottenere il rimborso dei biglietti non utilizzati meno il costo del servizio; cancellazioni successive e no show non sono rimborsabili.
Museo di Caltanissetta
Tra i più importanti siti si segnalano Dessueri, nel territorio di Mazzarino, con i resti di un complesso abitativo risalente all'età del bronzo recente e finale (XI-X sec. a. C.) e con la sua necropoli, costituita da 3000 tombe a grotticella scavate nella montagna, seconda per vastità ed importanza solo a quella di Pantalica (Siracusa); Polizzello, presso Mussomeli, con i resti del villaggio indigeno e della necropoli (IX-VII sec. a. C.); i siti indigeni di Gibil Gabib e Sabucina nel territorio di Caltanissetta, posti su alture a controllo del fiume Salso, una delle principali vie di penetrazione commerciale e militare dell'antichità, centri che furono ellenizzati da Gela per poi ricadere entrambi sotto il dominio di Agrigento, alla quale ultima è legata anche l'ellenizzazione del sito indigeno di Vassallaggi.
Il nucleo più antico delle collezioni è costituito da un consistente numero di reperti recuperati negli anni Sessanta dall'Associazione Archeologica Nissena, e provenienti, per la maggior parte, dai siti di Pietrarossa, San Giuliano, Palmintelli, Gibil Gabib, Vassallaggi, Sabucina. Dal 1996sono esposti nel Museo anche i materiali archeologici degli scavi condotti negli altri centri del territorio della provincia nissena, prima dalla Sovrintendenza di Caltanissetta. L'istituzione museale si qualifica come una delle più importanti a livello siciliano per la presenza di reperti di notevole interesse ai fini della conoscenza delle civiltà indigene.
Si segnalano infatti i reperti bronzei ma soprattutto quelli ceramici provenienti dagli insediamenti di Sabucina e di Esseri ed ancora i reperti provenienti dal sito di Polizzello, fondamentali per la conoscenza delle culture indigene dell'età del ferro, la cui produzione artistica fu influenzata dalla tradizione egeo-micenea trasmessa dalle popolazioni migrate nell'isola già nel Xv-XIV secolo a.C.. Il museo espone anche una parte delle collezioni archeologiche di Capodarso, un sito che pur ricadendo oggi nella provincia di Enna, è geograficamente e storicamente legato a questa parte del territorio della Sicilia, poiché insieme a Sabucina controllava la valle del fiume Salso (Imera meridionale). L'ordinamento è nello stesso tempo cronologico e topografico e si articola in cinque grandi sale, nelle quali l'esposizione è sempre associata a ricco materiale didattico e didascalico.