All’interno della navata destra del Duomo Nuovo ha sede il Museo dell’Opera, uno dei più antichi musei privati istituiti in Italia. In una sede molto prestigiosa, oltre ad esporre le opere d’arte provenienti dalla Cattedrale, raccoglie corali, arredi e opere di grande valore rimosse nel corso dei secoli dalle loro originarie collocazioni.
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All’interno della navata destra del Duomo Nuovo ha sede il Museo dell’Opera, uno dei più antichi musei privati istituiti in Italia. In una sede molto prestigiosa, oltre ad esporre le opere d’arte provenienti dalla Cattedrale, raccoglie corali, arredi e opere di grande valore rimosse nel corso dei secoli dalle loro originarie collocazioni.Orario
1 marzo - 2 novembre: 10:30 - 19:00; festivi 13:30 - 18:00
3 novembre - 28 febbraio: 10:30 - 17:30; festivi 13:30 - 17:30
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1 marzo - 2 novembre: 10:30 - 19:00; festivi 13:30 - 18:00
3 novembre - 28 febbraio: 10:30 - 17:30; festivi 13:30 - 17:30
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AUTOBUS LINEA FIRENZE - SIENA (SITA): Clicca qui per informazioni sulle corse
DA NORD: Autostrada A1 - Uscita Firenze Certosa – SS Firenze Siena – Uscita Siena Porta San Marco – Recarsi al Parcheggio “Il Fagiolone” Strada di Pescaia (come da indicazioni stradali) per effettuare il check point e poi proseguire fino a Porta San Marco dove i passeggeri potranno iniziare l’escursione a Siena.
DA SUD: Autostrada A1 uscita Bettolle – Raccordo Autostradale Bettolle Siena – Ingresso tangenziale Ovest di Siena – Uscita Siena Porta San Marco
Museo dell'Opera di Siena
Durante il percorso che si snoda intorno al complesso museale della Cattedrale verrete condotti all’interno della navata destra del Duomo Nuovo. Qui ha sede il Museo dell’Opera, uno dei più antichi musei privati istituiti in Italia. Viene fondato nel 1869 con il consenso del Ministero della Pubblica Istruzione, in un periodo estremamente fecondo di grandi realizzazioni. La sede è prestigiosa. La collezione è infatti conservata negli ambienti ricavati dalla chiusura delle prime tre campate della navata destra del cosiddetto “Duomo Nuovo”, la cui costruzione, iniziata nel 1339, venne interrotta dopo la peste del 1348.
Da subito si operò alacremente per realizzare un museo di ampio respiro che oltre ad esporre le opere d’arte provenienti dalla Cattedrale, raccogliesse corali, arredi e opere di grande valore rimosse nel corso dei secoli dalle loro originarie collocazioni.
Nelle sale al piano terreno si trova esposta l’importante raccolta di statuaria senese trecentesca proveniente dalla facciata della cattedrale, il cui primo progetto si deve a Giovanni Pisano. Le straordinarie statue in marmo raffiguranti Sibille, Profeti e Filosofi dell’antichità, scolpite dal Pisano durante la sua carica di capomastro (1285-1297), vibrano del nuovo modo di scolpire dell’artista e si animano di un dinamismo e di un verismo gotico pervaso da impeti spirituali. Dietro la grande cancellata che suddivide la sala, si trovano le due bellissime Lupe originariamente poste sulle colonne del sagrato del duomo. Quella di sinistra attribuita alla scuola di Giovanni Pisano, mentre quella di destra, molto più tarda, è riferita a maestranze senesi attive nella seconda metà del XVII secolo.
La sala inoltre presenta due importanti opere di artisti quattrocenteschi. Un bassorilievo proveniente dalla cappella di S. Sebastiano in duomo, raffigurante la Madonna in trono col Bambino e il cardinal Casini, opera di Jacopo della Quercia (1437-1438), e il celebre tondo di Donatello con la Madonna col Bambino, detta ‘del Perdono’ (1458 ca.), realizzata per l’antica porta del Perdono posta sul fianco destro della cattedrale.
In fondo alla sala, dal giugno 2004, trova collocazione la grandiosa Vetrata realizzata da Duccio di Buoninsegna per l’occhio absidale della cattedrale di Siena.
Come testimoniano alcuni documenti d’archivio, la Vetrata venne realizzata tra il 1287 e il 1288 e rappresenta un unicum tra i manufatti in vetro prodotti in epoca medioevale. Straordinaria la tecnica utilizzata da Duccio, che per comporre l’opera impiegò quattordici grandi pannelli composti da vetri di altissima qualità, scelti in numerose gamme cromatiche che vanno dal blu zaffiro al rosso rubino, dal giallo oro al verde smeraldo. Le scene della fascia verticale, la cui fonte letteraria è quella del testo apocrifo dello Pseudo-Melitone, presentano tre storie della Vergine quali la Sepoltura, l’Assunzione e l’Incoronazione. Nei triangoli, seduti su troni marmorei, sono invece rappresentati gli Evangelisti, mentre i quattro santi patroni di Siena, Bartolomeo, Ansano, Crescenzio e Savino, compaiono nella fascia laterale.
Al primo piano del Museo, in una sala climatizzata, incontriamo la magnifica pala d’altare con la Maestà di Duccio di Buoninsegna, vero incanto di tutta la collezione, capolavoro assoluto dell’arte pittorica italiana del primo Trecento. Il dipinto, realizzato dal Maestro tra il 1308 e il 1311, era visibile da entrambi i lati e risulta una delle più vaste imprese artistiche di tutti i tempi, considerando che oltre quaranta figure sono rappresentate nella faccia anteriore e quasi ottanta sono presentate nelle storie del retro, delle predelle e dei coronamenti. Nella parte anteriore è raffigurata la Madonna in trono, santi e angeli, e in quella posteriore, suddivisa in ventisei scene, la Passione di Cristo. Nella stessa sala si trova anche la tavola dipinta da Pietro Lorenzetti per l’antico altare di S. Savino in duomo raffigurante la Natività della Vergine (1342).
Nelle salette attigue alla Sala della Maestà troviamo una ricca e prestigiosa collezione di scultura lignea e di codici miniati. Di notevole pregio le statue dei Dolenti scolpite da Domenico di Niccolò dei Cori tra il 1414 e il 1415 e la serie con la Madonna e santi eseguita da Jacopo della Quercia tra il 1415 e il 1420. All’interno di teche, sono conservati alcuni dei numerosi codici antichi provenienti dalla cattedrale e miniati da artisti del calibro di Lippo Vanni, Sano di Pietro e Benvenuto di Giovanni.
Continuando nel percorso si arriva alla Sala del Tesoro, dove sono disposte oltre duecento suppellettili legate alla liturgia sacra. Ricca e importante è la sezione dedicata ai calici, bellissimo quello con smalti realizzato da Goro di ser Neroccio nel XV secolo, e ai reliquiari. Tra questi ultimi meritano un attenzione particolare il Reliquiario di san Galgano, una tra le opere più importanti dell’oreficeria senese, datato intorno alla fine del XIII secolo, e il Reliquiario del braccio di san Giovanni, commissionato da Pio II nel 1466 a Francesco d’Antonio, dopo che Tommaso Paleologo aveva donato al papa la reliquia del santo. Di rara bellezza il servito liturgico proveniente dalla cappella della Madonna del Voto nel Duomo di Siena, realizzato in cristallo di rocca e montato su argento impreziosito da smalti traslucidi. L’arredo, prodotto alla metà del XVII secolo per volontà del papa Alessandro VII Chigi, costituisce un capolavoro di arte orafa per l’estrema raffinatezza degli intagli e dei decori e per la perfezione della tecnica esecutiva. Legata alla committenza Chigi è anche la splendida Rosa d’Oro, disegnata dal Gian Lorenzo Bernini, che lo stesso Alessandro VII donò alla cattedrale senese nel 1658.
Si articola principalmente nelle tre sale dell’ultimo piano, la ricca collezione dei dipinti su tavola e tela di soggetto sacro provenienti dalla cattedrale e databili tra il XIII e il XIX secolo.
Nella prima sala il percorso espositivo è costituito per lo più da dipinti su tavola a fondo oro. Si trova qui la Madonna degli Occhi Grossi, uno dei più antichi dipinti di scuola senese, realizzato dal Maestro di Tressa nel secondo quarto del XIII secolo, davanti alla quale il popolo senese, prima della battaglia di Monteaperti (4 settembre 1260), pronunciò una preghiera per affidare la città alla Vergine. Vale inoltre ricordare il grande polittico di Gregorio di Cecco con la Madonna dell’Umiltà e santi (1423) proveniente dall’altare della Visitazione in duomo e le due grandi tavole con le Prediche di San Bernardino realizzate da Sano di Pietro nel quinto decennio del Quattrocento. La sala si arricchisce inoltre di due sculture in legno dipinto di straordinaria intensità: il Crocifisso (1280) di Giovanni Pisano, considerato tra le opere più toccanti e drammatiche dell’artista, e il Compianto sul Cristo morto (1421) di Alberto di Betto. La seconda sala, detta dell’Alfieri, ospita opere eterogenee per periodo e stile. Sulla parete di sinistra sono collocate le bellissime pale d’altare di Matteo di Giovanni: quella con la Madonna in trono con sant’Antonio e san Bernardino (1460) proveniente dal Battistero, e quella con la Madonna in trono con quattro santi e angeli (1480) proveniente dall’altare Celsi in duomo. Tra le opere più originali della sala la tavola con San Paolo in trono, realizzata da Domenico Beccafumi nel 1516, a cui si aggiunge l’elegante coppia in terracotta policroma con l’Angelo annunciante e la Vergine annunciata eseguita dall’artista intorno al 1545. Degne di nota le due tele di Luca Giordano con Cristo davanti a Pilato e Deposizione dalla Croce, che furono oggetto di scambio con la celebre Annunciazione di Simone Martini in origine collocata sull’altare di S. Ansano nel duomo di Siena, e oggi conservata agli Uffizi di Firenze. Al centro della sala è presente uno stendardo processionale che la Compagnia laicale dei santi Giovannino e Gennaro commissionò a Rutilio Manetti e Francesco Rustici tra il 1616 e il 1622. Sulla tela i due artisti raffigurarono rispettivamente la Predica del Battista e il Battesimo di Cristo.
La produzione del XIX secolo, conservata nella Sala degli Arazzi, completamente rivestita da un paramento murario del XVII secolo, è illustrata dai grandi bozzetti per i mosaici delle cuspidi della facciata del Duomo, realizzati nel 1878 dai pittori Luigi Mussini e Alessandro Franchi. Intorno alle pareti, entro teche, è conservata una importante collezione di tessili provenienti dalla cattedrale, mentre, in una vetrina al centro della sala, si trova la preziosa Casula in diaspro lucchese, realizzata tra il XIII e il XI secolo.
Dal 1996 è stata annessa al Museo dell’Opera la Chiesa di S. Niccolò in Sasso, uno dei più caratteristici esempi di barocco senese che fungeva da luogo di culto per le monache del vicino convento di Monna Agnese. Sugli altari della chiesa sono collocate tele della prima metà del Seicento ad opera di artisti quali Francesco Vanni, Rutilio Manetti, Astolfo Petrazzi, Raffaello Vanni e Niccolò Tornioli. La volta è decorata con un ciclo di affreschi raffiguranti Storie della Vergine realizzato nel 1642 da Giovan Battista Giustamminani detto il ‘Francesino’.